è ancora tempo di ballare - le parole di Francesca, che ha vissuto l'esperienza del Servizio Civile con Caritas Ambrosiana in Kenya

È ancora tempo di ballare

Ci avviciniamo con il tuktuk al cancello grigio, è una giornata di sole, anche se i nostri umori non rispecchiano il tempo, oggi no

Scendiamo una alla volta come sempre, guardandoci su chi sia quella di noi che tirerà fuori il telefono per pagare con Mpesa il tuktuker.

Si sentono gli schiamazzi dei bambini che giocano dentro, riconosciamo le voci limpide e allegre delle più piccole, e poi anche le voci squillanti delle teachers che le richiamano. 

È da un anno che attraverso questo cancello e ogni volta, dentro, qualcosa mi smuove. 

Di qualsiasi umore io sia, nel petto mi fiorisce un accenno di allegria. 

Oggi non smetto di pensare al dopo, a quando il Mahali Pa Usalama diventerà inevitabilmente un “prima” per fare spazio a tutto il resto che è altro, il poi, un futuro che ancora non conosco, altri volti, altre storie che si intrecceranno alla mia. 

Entriamo nella dining room e iniziamo a ballare con le ragazze, che è la comfort zone da cui non vorrei mai scappare, perché in quei momenti nulla mi tocca, tutto mi culla.

Mi insegnano i passi di una nuova canzone e allora cerco di registrare subito con il mio telefono, perché no, non voglio perdermi niente di questa vita che è stata la mia per quasi un anno, voglio ricordarmi tutto, ogni volto, ogni mano che mi ha fatto alzare dalla sedia e buttare nel ritmo della musica. 

Questo tempo lo voglio rivivere ancora, ancora e ancora, dunque registro. 

E nel mentre inizio anche io a ballare, ogni volta sentendomi sempre più brava ma poi nella realtà rendendomi conto che quelli bravi sono loro, io ci provo e basta.

Una goffa che ci crede, insomma. Ma sono felice. 

Tra queste mura gialle che danno sul porticato dietro, da cui si intravedono gli alti palazzi bianchi di Tudor Norah, sento che sono davvero felice. 

Di una felicità semplice e proprio perché semplice, violenta. Che arriva, mi colpisce, mi scuote tutta.

E allora penso “il tempo mi sta volando via dalle mani”. 

Ma appena l’accenno di questo pensiero si fa spazio della mia testa, mi sento stringere quelle mani da una di loro.

Le prende gentilmente, mi sorride e mi dice: it’s time to dance.

Si, oggi all’Mpu è ancora tempo di ballare.

Francesca

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