A più di 2 mesi dal mio arrivo in Moldova ho trascorso la maggior parte del tempo a Chișinău, la capitale, ma vi racconterò del mese di agosto, in cui ho vissuto in una scuola a Porumbrei, dove abbiamo realizzato i Cantieri della Solidarietà.
Per due settimane ho condiviso tutto con quattro giovani volontari moldavi (Delia, Boga, Cristina e Mihăiță), tre giovani volontarie italiane (Beatrice, Alice e Caterina), Dana e Mihai che insieme me hanno coordinato il campo.
Abbiamo convissuto in un paesino di campagna con circa 1000 abitanti: Porumbrei.
Il prete del paese ci ha ospitato in una scuola: abbiamo sistemato i materassini in due classi, adibito la palestra a sala riunioni, organizzato la cucina e sistemato la doccia nel giardino.
Ciascuno di noi faceva parte di un team e a turno cucinavamo colazione, pranzo e cena e pulivamo.
La giornata iniziava alle 7 di mattina: colazione, lavare i piatti, vestirsi, finire di preparare gli ultimi materiali per la giornata e via con le attività per i bambini dalle 9 fino alle 13.
In queste mattinate abbiamo realizzato tantissimi giochi disparati per i bambini del paese.
Non sono una persona per niente mattiniera ma ogni mattina non vedevo l’ora di rivedere i bimbi, che correvano ad abbracciarmi urlando: “Silviaaaa!” appena mi vedevano.
È un ricordo che porterò sempre nel cuore.
Finite le attività con i bimbi pranzavamo e dedicavamo le ore seguenti alla pianificazione della giornata seguente, e alle 17 ci aspettava il prete di Porumbrei per il lavoro sociale.
Ogni giorno tutti insieme dedicavamo 2 ore a cercare di essere in qualche modo d'aiuto alla comunità locale.
Abbiamo pulito la casa a degli anziani, abbiamo dipinto e pulito il terreno di un asilo nido e abbiamo rastrellato un campo e un cimitero dall'erba secca.
Cercavamo di fare il nostro meglio con gli strumenti in nostro possesso e poi tutti belli stanchi, pieni di terra e vernice tornavamo a casa per preparare la cena e passare la serata in fila per la doccia sui gradini fuori dalla scuola, a chiacchierare e cantare a squarciagola.
Ma le ciliegine sulla torta sono stati i momenti difficili, alcune situazioni assurde che ci sono capitate e che ci hanno unito ancora di più: una notte una ragazza è rimasta bloccata nel bagno perché la maniglia della porta era rotta, e con l'aiuto di un cestino della spazzatura gigante l’abbiamo aiutata a calarsi giù dalla finestra!
Un'altra notte degli intrusi hanno provato a entrare dalle finestre delle nostre stanze, così ci siamo messi a fare i turni di guardia.
La mattina dopo abbiamo scoperto che erano dei ragazzi che erano curiosi di vedere chi fossero questi stranieri arrivati nel loro villaggio!
I momenti che abbiamo condiviso nella stanchezza, nelle difficoltà, tra le risate e le mille avventure mi hanno arricchito e riempito di vita.
Ho ancora tanto da scoprire in questo anno ma non so come sento già che una parte di me appartiene a questo posto e a queste persone.
Voglio concedermi questo tempo per vivere appieno le giornate, assaporare tutti i momenti con lentezza, apprezzare tutte le diversità e lasciarmi stupire ogni volta.
Silvia