“Si vous avez compris quelque chose au Liban, c'est qu'on vous l'a mal expliqué.”
Questa è la citazione con cui è iniziata la presentazione sul Libano durante la formazione pre-partenza di Caritas.
Io sono Melania, ho 25 anni, e di Libano ne so qualcosina perché ho fatto studi mediorientali.
In più ho avuto la fortuna di aver già visto il tramonto sulle Pigeon Rocks e tante altre bellezze che Beirut sa regalare.
Capirci qualcosa, però, del miscuglio in cui ci si ritrova immersi, è tutta un’altra storia.
Il Libano, mi viene da azzardare, è una contraddizione ontologica in cui non vedo l’ora di ritrovarmi.
È un fantastico sfondo a un’esperienza che volevo fare da tanto tempo.
Il Servizio Civile è una cosa che ho scelto di fare già da un paio di anni.
Mi ricordo ancora il giorno in cui, per caso, ne ho scoperto l’esistenza e ho immediatamente deciso che ci avrei quanto meno provato dopo la laurea.
L’attesa nel mentre non ha fatto altro che rendere la scelta ancora più consapevole e convinta.
Per me il Servizio Civile rappresenta un'opportunità unica di crescita personale e di impegno verso la comunità.
Mi permette di mettermi al servizio degli altri, contribuendo ad essere parte attiva di un cambiamento positivo.
In particolare, quando ho letto la scheda del progetto su inclusione e partecipazione delle persone fragili a Beirut mi è piaciuta tantissimo perché dà la possibilità di avere un contatto diretto con le persone.
Questo arricchimento umano è, per me, uno degli aspetti più preziosi di questa esperienza.