Il servizio: strumento per costruire ponti

Il servizio: strumento per costruire ponti

"Quando si arriva in un nuovo paese, si parte da 0. Ed è quello che ho fatto quest'anno con il servizio civile. Nuovo paese, nuovo lavoro, nuovi coinquilini, nuova cultura.

Dopo aver svolto varie esperienze all'estero sia per motivi di lavoro che per studi, oggi riesco a vedere la bellezza che risiede nel vivere in un altro paese, scoprendo i diversi aspetti sociali e culturali che lo caratterizzano. 

Sono esperienze che ti arricchiscono la vita, ti permettono di scoprire altre culture e vedere le persone sotto una lente diversa, che si costruisce durante questo percorso di scoperta e di adattamento.

Da un punto di vista personale, in questo anno di servizio civile per me è stato importante partire ed immergermi in un altro contesto culturale e sociale per uscire dalla mia zona di comfort, in cui è molto facile sostare, ma da cui è difficile allontanarsi.

Sono arrivata in un’area del mondo complessa, con diverse e problematiche sociali e politiche: mi sono trovata immersa in una realtà con prospettive di vita completamente diverse da quelle italiane.

Durante il mio servizio civile, ho sperimentato disagio in diversi contesti, sia per motivi linguistici che culturali. A livello linguistico mi sono sentita frustrata per non riuscire a comunicare con le persone per mancanza di una buona conoscenza dell’arabo.

A livello culturale invece, mi sono sentita a disagio perché vivevo sia situazioni in cui percepivo il mio privilegio di donna occidentale, sia momenti di discriminazione proprio in quanto donna all’interno di un paese dai tratti misogini.

Il Servizio Civile è stata però anche un’esperienza fruttuosa, che mi ha permesso di espandere le mie capacità interpersonali ed aumentare la sicurezza in me stessa. La città di Beirut mi ha fatto sentire come se fossi a casa e come se fossi straniera nell’arco della stessa giornata.

Nonostante le circostanze difficili nelle quali operavamo in Libano, tra la delicata situazione economica e politica e tra l'inizio della guerra e lo spostamento in emergenza in Grecia, grazie al servizio civile ho avuto l'opportunità di conoscere persone uniche e resilienti che portano sulle spalle storie complicate.

Parlo delle donne degli shelter, donne migranti e rifugiate in Libano con le loro figlie/figli: durante il nostro servizio, si sono creati dei momenti di condivisione che hanno superato le barriere linguistiche e culturali, permettendo un’unione tra di noi.

Il servizio civile stato un percorso di scoperta e di immersione completa anche grazie all’accoglienza di Caritas Libano: le interazioni con lo staff locale sono state uno strumento prezioso per entrare in contatto con la cultura libanese in maniera informale.

Per esempio, nelle visite che abbiamo svolto durante l’estate nel campo estivo di Amioun, ho potuto contemplare con i miei occhi l'operato di Caritas Libano nell’educazione estiva dei bambini: in queste situazioni, mi sono resa conto della bellezza dell’essere invitata e accolta in spazi non miei.

L'accompagnamento e il supporto di Caritas Ambrosiana è stato un elemento chiave per la mediazione culturale con il partner locale.

Il Servizio Civile è stato il filo che mi ha permesso di scoprire una nuova regione, una nuova lingua, nuove religioni e un nuovo approccio culturale, imparando di più sulle tradizioni di questo paese.

Quando si viaggia e ci si trasferisce anche per un breve periodo all'estero, è abbastanza automatico che internamente nascono dei pregiudizi sul posto, o magari sulla cultura del posto in cui si è, o sulle persone.

Vivere all'estero è una ricchezza e negli ultimi anni mi sono resa conto di avere questa fortuna e questa libertà di movimento, di poter scegliere di partire dove voglio e quando voglio, e mi rendo conto del privilegio che ho."

Giulietta

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