Ciao a tutti!
Sono Daniele, ho 23 anni e vivo a Marcallo con Casone in provincia di Milano, un paesino di 6000 abitanti dove la cosa più allettante che possa succedere è una signora che non raccoglie i bisogni del cane sul marciapiede in piazza e si scatena così la gogna mediatiche sul gruppo Facebook “Sei di Marcallo con Casone se…”, ma ci sono anche dei difetti!
In questa realtà sono cresciuto per 23 anni e ho imparato a vivere in una piccola cittadina, dove se si esce a prendere il pane in piazza si fa un tragitto di appena 300 metri e si devono salutare tutte le persone che si incontrano, dove tutti si conoscono e che se proprio vai a vedere si scopre che siamo tutti parenti di decimo grado perché i nostri bisnonni sono cugini di quinto grado da parte di madre, ma ci sono anche dei difetti!
In questa realtà ho costruito amicizie con gli stessi amici con cui hai fatto l’asilo, ho imparato la bellezza delle piccole cose e la genuinità e ingenuità del “ma si è sempre fatto così”, del “non ci sono più i giovani di una volta”, del “rosso di sera bel tempo si spera” e del “non è tanto il caldo, ma l’umidità”.
Ecco, proprio vivendo questa realtà ho deciso di partire per un anno in Moldova a fare il Servizio Civile all’Estero per aprirmi le porte al mondo perché se noi viviamo nel mondo e il mondo è grande, è giusto vivere in grande; perché non voglio dire “quanto è piccolo il mondo” senza aver davvero percepito di avere tutto il mondo dentro la mia mano.
Adesso che mancano 11 giorni alla partenza non mi sono mai sentito così motivato e così spaventato allo stesso tempo. Mi voglio mettere alla prova per assaporare qualcosa di nuovo, per conoscere nuove culture e nuove realtà, per vivere l’indipendenza, per entrare in contatto con altre persone con vite diverse dalla mia.
Potrei pensare a milleottocentocinuantatre motivi per cui è molto meglio non partire e fare il volontariato nella Caritas Parrocchiale del mio paese: sono una persona abitudinaria, non so la lingua del posto, non ho mai fatto altre esperienze di volontariato all’estero, sono un eterno indeciso, più ci rifletto e più penso che sia una cosa più grande di me.
Ma c’è una motivazione per cui se messa sulla bilancia batte tutte le altre: ho voglia di conoscere, e se la mia curiosità può anche far del bene ad altri meno fortunati di me è tutto di guadagnato, per TUTTI.
TUTTI, una parola che ha detto la mia collega Valeria alla formazione residenziale e mi ha colpito. Da questa esperienza voglio imparare ad essere tutti rimanendo me stesso, ad essere del mondo rimando di Marcallo, ad essere diverso rimanendo uguale.
Daniele