Seduta con le gambe incrociate, penso. Tra un'ora e l'altra delle formazioni propedeutiche alla partenza, bevo dell'acqua e penso. Mentre sistemo i miei vestiti in una valigia blu, confusa, penso.
Penso a quanto sia difficile scegliere cosa portare con me in un viaggio lungo nel tempo e nello spazio. Questo paio di pantaloni è davvero necessario? La fotocamera, di certo, mi servirà!
Penso a quanto sia complessa l'analisi delle emozioni che si provano in momenti come questo. Mi chiedo: cos'è questo sfrigolio nello stomaco? Una frittata di nostalgia o frittura mista paura e desiderio?
Sorrido.
Sorrido ogni volta che penso a come sono arrivata qui, agli anni passati a guardare negli occhi la povertà e la miseria, e riconoscendo il mio privilegio, ho scelto le lotte a cui prendere parte. Sorrido in un moto d'orgoglio per l'empatia che mi riconosco, ma provo fatica a portarne il peso.
In aeroporto tollereranno questo bagaglio? Dovrò forse pagare una multa per il sovraccarico dei miei pensieri. Sorrido, mi fermo, ansia.
Tra una formazione e l'altra, cercandomi in un bicchiere d'acqua, brontolo: sarai pronta a partire? Eh...no, amica mia. Ne avrai un’idea se riesci a mantenere la concentrazione alta, ma pronta non lo sarai; non disperare, però… Imparerai ad esserlo ogni giorno di più, e in ogni momento sarà custodito il tesoro della crescita.
"Ogni cosa che ha valore è il risultato di un incontro" e in una esperienza come questa si incontrano moltitudini di persone differenti, in ogni sfumatura di loro, della loro cultura, nei loro cibi e nelle movenze dei loro corpi si incontrano anche delle parti di noi, si potrà mai essere pronte ad una così grande rivoluzione?
Guardo verso oriente, chiudo gli occhi, volo.
Letizia