Ciao a tutti rieccomi qua, a raccontare del mio servizio nel progetto “La Città Invisibile” che già dal nome è un po “intrigante”, come lo è ogni cosa sconosciuta per un avventuriero quale a volte, mi ritengo di essere.
Presto Servizio, o per meglio dire, ho prestato servizi fino a qualche giorno fa perché al momento i progetti sono sospesi, al Centro Diurno “Opera Cardinal Ferrari”. Come ben noto, da qualche settimana a oggi in Italia e in gran parte del mondo, ci troviamo in una situazione di difficoltà, a causa di qualcosa di invisibile, che ahimé ha poco di intrigante.
Questo di cui sto parlando è appunto un Virus, il Covid19, facente parte alla famiglia dei Corona Virus. Mi domando, come possa, una cosa così brutta, avere un nome per alcuni versi così bello, mentre una cosa così bella, come il Servizio Civile Universale e ciò che ne deriva, avere un nome, non brutto, ma neanche all’altezza di quello che è!
Cercando di rispondere al mio quesito, mi sono dato qualche risposta.
Sulla bellezza del nome del Virus, possiamo e dobbiamo trarre la risposta che non tutte le cose apparentemente belle, non sono cose nocive, invece sul nome del servizio, dobbiamo, e dico solo “dobbiamo” in senso imperativo, entrare nell’ottica che spesso, dove c’è qualcosa di poco bello, questo qualcosa effettivamente nasconde un tesoro! Come i tesori dei pirati nascosti da cumuli si sabbia e plancton che negli anni si sono formati negli abissi più profondi dei nostri mari!
Ecco, dopo tutta questa premessa, incorniciata da un pizzico di fantasia, torniamo sulla terra ferma.
Beh! Forse sarebbe meglio restare in alto mare, visto che la realtà che ci regala questo periodo è tutt’altro che bella!
Ma non ci scoraggiamo! Come sempre se vogliamo ammirare l’arcobaleno dobbiamo obbligatoriamente fare i conti prima con la pioggia! La stessa pioggia che purtroppo da tanti anni bagna gli utenti che frequentano il luogo in cui presto servizio.. A questa pioggia loro ormai sono abituati: alcuni non ci fanno nemmeno caso, altri, nei momenti di sconforto, la desiderano per affogare.
Questo periodo è duro per tutti. È duro per chi ama il proprio lavoro, per chi non lo ama ma ne ha bisogno, é duro per chi è lontano dagli affetti, é duro per chi lavora faccia a faccia col nemico. Permettete un caro saluto a medici, infermieri, OSS, forze dell’ordine, camionisti e tutti coloro che forniscono servizi essenziali , e non per ultimo, a tutti quei ragazzi che hanno scelto di continuare a prestare il servizio come volontari oltre ogni paura! Perché paura ce n’è!
La paura di contrarre il virus, la paura di portarlo a casa ai propri cari, la paura di infettare gli utenti del servizio. La paura, visto la nostra giovane età, di essere asintomatici, e quindi rischiare di provocare involontariamente del male alle persone, pur essendo stati mossi da ideali sinceri e di solidarietà nel metterci a servizio.
Ebbene si, la paura è un’altra brutta bestia, ma per chi la sa domare, altro non è che la chiave d’accesso a qualcosa di impensabile! Non è facile, ma credo che valga la pena provarci, ovviamente con le dovute cautele, altrimenti saremo solo “indomabili numeri della selezione naturale”, magari ne faremo un vanto, ma saremo sempre numeri.
Ecco tra queste persone che ancora ci sono, che ancora vanno avanti contro tutte le maree, contro le male lingue che ti danno dello schiocco, ho scelto di esserci anch’io e ho dato disponibilità alla sede del mio servizio di 2 giorni fissi a settimana per fare del volontariato e anche di esserci se ci sono altre necessità.
Credo che questo tipo di scelte ti portino un riconoscimento morale che fa piacere, anche se quel che faccio mi sembra sempre poco e quasi rischio di sentirmi in colpa per non fare di più!
In questo periodo, alcune cose sono cambiate al servizio. Si percepisce un po’ d’ansia, ci si mette la mascherina per tutelarsi, ma così gli ospiti possono sentirsi discriminati nel vedersi considerati come “appestati-contagiosi”, e loro poi non se la possono permettere!
Il servizio è ridimensionato, si è passati da circa 200 utenti a quasi 70, perché tanti utenti non avevano i requisiti necessari per poter accedere dopo le stringenti direttive… tutti devono rispettare le norme della distanza di sicurezza, dell’igiene e della modalità di relazione e comunque vengono sempre con la stessa richiesta: sentirsi più vicini, più amati, più accuditi.
Credo dobbiamo meditare e capire quanto è bella la vicinanza e la normalità; quanto a volte ti può mancare una persona, quella stessa persona che tendi a escludere perché sai che sarà sempre lì, ma quando non c’è allora la cerchi. Oggi più che mai capisci che anche gli invisibili sono essenziali! Gli invisibili che ti trasmettono forza, serenità, amore, spensieratezza con un sorriso, che ti ammoniscono a un tuo pianto “viziato”.
I nostri invisibili che sono esempio per darci la forza di superare questo periodo e dire che se oggi abbiamo fatto un passo indietro è perché domani ne faremo 10 avanti per costruire insieme un mondo migliore, coeso, equo e dove l’unica Corona che dovrà regnare è quella dell’amore verso il prossimo!
Attendiamo con ansia la fine di questo dramma, attendiamo con ansia la ripresa del servizio, e cerchiamo “il tesoro nascosto” cioè vivere in maniera costruttiva questo periodo, studiamo, progettiamo, impariamo qualcosa di nuovo, mettiamoci a servizio in un altro modo …..insomma stimoliamoci, perché l’ozio è peggio del virus. A presto.
Alessandro