Vivere a Beirut

Prime scoperte pt. 1

Dopo quasi 3 settimane di convivenza libanese ho pensato fosse il caso di scrivere un articolo sulle mie prime impressioni e sulle cose che ho imparato su Beirut e sul Libano più in generale. É venuto fuori che avevo parecchio da scrivere (ahahaha) e quindi ho deciso di lasciarvi un po’ di suspense dividendolo in due parti, ecco a voi mesdames et messieurs due tra le cose che più mi hanno scioccato di Beirut: il traffico e l’elettricità. 

Il traffico

La prima caratteristica lampante di Beirut è il suo caos per le strade. Si vedono auto ovunque e di ogni tipo, dalle più scarse ai suvvoni tipici della Beirut bene. La prima volta che si sale su un’automobile, è quasi normale pensare di stare per assistere ad un tamponamento almeno in un paio di occasioni. Il mantra che regolamenta la vita nelle strade di Beirut è quella della giungla. Il libanese medio semplicemente si butta in mezzo al traffico, uno prima o poi si fermerà, tant’è che hanno pure rinunciato a disegnare le strisce delle corsie sull’asfalto, tanto non le seguono! 

Dovete poi sapere che il clacson qui figura nell’elenco dei principali mezzi di comunicazione, lo precede solo il telefono cellulare. È infatti norma comunicare in questo modo tra automobilisti. I significati principali in sintesi possono variare dal: “Che cavolo stai facendo?”, “apri gli occhi sto passando io”, “mi stai venendo addosso” fino al “vedi che sto arrivando se non mi avessi visto, attenzione”, come accade nella vietta davanti casa Caritas quando prendono consapevolmente  la stradina contromano. 

Ma perché tutto questo traffico in un paese con appena 5 milioni di abitanti? Beh innanzitutto è importante chiarire che ben 1/3 della popolazione libanese vive a Beirut e periferia. Inoltre il Libano non dispone di un sistema ferroviario né di un sistema di trasporti pubblici efficiente, ragion per cui l’automobile rimane l’opzione più comoda e pratica, purtroppo. 


Imparare a fare a meno dell’elettricità

Un altro fatto assai curioso è che ogni giorno a Beirut manca l’elettricità nelle case per circa 3 ore. Il taglio avviene secondo 4 fasce orarie che vanno dalle 6 di mattina alle 6 di sera e a seconda della posizione all’interno della città ogni giorno manca la corrente ad un’ora specifica. Per rimanere sempre aggiornati e per potersi organizzare la vita in base anche a questo, è stata ideata un’app che si chiama Beirut Electricity e che in base alla posizione del nostro dispositivo mobile ci informa sulle fasce orarie in cui mancherà la luce nella nostra casa. 

Il problema è che spesso non sono solo 3 ore, la sera può saltare l’elettricità senza una ragione specifica, e se va bene dopo 15 min circa ritorna, a volta si prolunga per mezzora, oppure addirittura ritorna per poi venire tolta di nuovo un paio di ore dopo. una sera addirittura siamo arrivate a stare due ore senza luce, che sommate alle 3 ore del mattina hanno voluto dire 5 ore senza elettricità in una sola giornata. 


La causa principale?

 Questa mancanza è dovuta principalmente all’inadeguatezza del servizio fornito dalla compagnia statale “Electricité Du Liban (EDL)”. Questo settore ha sicuramente pesantemente risentito della guerra civile (1975-1990) la quale non solo ha danneggiato fisicamente le infrastrutture e permesso il proliferare di di migliaia di allacciamenti illegali, ma ha proprio bloccato il paese in una posizione di arretratezza dal punto di vista energetico. Il Libano infatti basa la sua sussistenza interamente sui combustibili fossili e la sua economia è quindi fortemente sensibile agli sbalzi del prezzo di questi, come se già la crisi non si sentisse.

C’è anche da dire che la classe politica libanese non si è mostrata poi all’altezza di risanare questo gap e l’aumento demografico esponenziale  dovuto anche all’arrivo di centinaia di migliaia di rifugiati (il Libano è lo stato che ospita il numero maggiore di rifugiati pro capite AL MONDO) non ha fatto altro che aggravare la crisi del sistema elettrico libanese.

Tutto questo rende la vita quotidiana un po’ complicata come potrete ben capire, soprattutto in una città dinamica come Beirut. Per questa ragione  una buona parte delle case si dota di generatori che sopperiscono a questa mancanza di elettricità nel momento in cui viene tolta. Ovviamente non si tratta di un servizio gratuito e le speculazioni non sono poche. Basti pensare che una buona parte della classe politica libanese è coinvolta nel business di generatori per cui la risoluzione di questo problema non è considerata una priorità nell’agenda politica libanese. 

Un fatto curioso 

La tesi che ho riportato di sopra è infatti supportata da un FATTO ASSAI CURIOSO: non tutto il Libano è paese sulla questione elettricità, esiste un’isola felice dove, da qualche anno a questa parte, l’elettricità è fornita 24h, sto parlando di Zahle, la città più grande nella valle della Beqa’. Questo farebbe dunque credere che una soluzione ci potrebbe essere, ma non ci sono gli interessi giusti per trovarla. Chissà se questo esempio positivo potrà essere contagioso e si potranno vedere dei miglioramenti, anche se con la pesante crisi che si vive attualmente la vedo dura. 

Si ferma qui intanto il mio primo articolo made in Beirut ma come ho già anticipato nell’introduzione seguirà una seconda parte alla scoperta di altri aspetti curiosi di questa città così enigmatica. Da Beirut è tutto a voi Caritas 

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